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Valencia, i soccorritori temono il peggio. C’è un luogo che potrebbe essere diventato “Un enorme cimitero”

L’alluvione a Valencia ha devastato il centro commerciale Bonaire, complicando le operazioni di salvataggio e alimentando la preoccupazione per i possibili dispersi intrappolati nei piani sotterranei.

A Valencia i soccorritori non si arrendono e continuano a cercare superstiti nel centro commerciale allagato. 

L’alluvione che ha colpito Valencia ha portato a una situazione drammatica ma nessun luogo è stato colpito duramente come il centro commerciale Bonaire, dove le operazioni di salvataggio sono in corso senza sosta. In questo luogo in particolare, stando alle testimonianze dei soccorritori, lavoravano almeno 650 persone, alcune delle quali potrebbero essere rimaste intrappolate nei negozi o anche nel parcheggio interrato dell’enorme struttura.

Le immagini provenienti da Valencia parlano chiaro: il centro commerciale Bonaire è diventato un vero e proprio campo di battaglia o meglio, per i soccorritori che stanno operando nell’area: “Un vero cimitero”. La piena d’acqua che ha invaso i piani sotterranei della costruzione ha trasformato l’area in un luogo di devastazione. La corrente è penetrata nei corridoi, depositando detriti, mentre il fango ha creato un manto uniforme su pavimenti e superfici delle attività commerciali. È un panorama desolante, dove la vita normale si è fermata in un istante. Oltre alla panoramica inquietante della struttura, il grande parcheggio capace di ospitare 5.700 auto è ora invisibile, coperto dall’acqua e dall’incertezza.

Le autorità locali, insieme ai soccorsi, stanno lottando contro il tempo. Macchinari pesanti e idrovore sono utilizzati per aspirare l’acqua, ma ciò richiede tempo e, naturalmente, abilità. È importante sottolineare che l’area è stata isolata per ragioni di sicurezza, ma al contempo questo rinforza anche la preoccupazione per chi potrebbe aver bisogno di aiuto al suo interno.

Le operazioni di salvataggio: un lavoro senza sosta

Sotto gli occhi vigili della polizia e delle forze dell’ordine, le operazioni di salvataggio continuano incessantemente. Nonostante il fango e il caos, le equipe di emergenza non si danno per vinte. Le forze armate, da una parte, e i sommozzatori, dall’altra, si preparano a entrare in azione. La difficoltà si fa sentire, dato che le acque alte rendono complicato l’accesso agli spazi interni. Verificare quanti potrebbero essere rimasti bloccati nei livelli sotterranei è una missione non da poco. Ogni secondo conta e i funzionari che coordinano il tutto sono ansiosi di avere più informazioni, mentre le telecamere e i giornalisti documentano ogni attimo dell’operazione.

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Il Centro Commerciale della città spagnola è diventato un vero cimitero sommerso, secondo chi sta svolgendo le operazioni di soccorso – Bajo.it

“Lavoriamo senza sosta, dobbiamo entrare nell’edificio. Non sappiamo quante persone potrebbero trovarsi negli enormi locali della struttura”, ha detto un portavoce della Policia Civil alla stampa locale. I sommozzatori che sono già riusciti a calarsi nelle acque che hanno invaso il parcheggio sotterraneo, però, hanno già detto di aver intravisto dei corpi delle vittime lì sotto.

La paura di un dramma umano

La paura e l’angoscia si diffondono nella comunità di Valencia. La scoperta che il centro commerciale potrebbe aver ospitato molte persone durante l’alluvione alimenta il panico. La struttura, con la vasta area e diverse entrate, potrebbe essersi rivelata come una trappola mortale. I dettagli di come si è verificata l’allerta e la reazione dei cittadini, che probabilmente hanno provato a fuggire, rimangono nebulosi. La paura di restare bloccati e l’improvvisa ondata di acqua creano un quadro surreale di una situazione di emergenza che richiede attenzione e precisione.

Anche se le autorità continuano a rassicurare la popolazione sulla loro determinazione a salvare ogni vita utile, molti politici locali come il sindaco hanno denunciato di non aver ricevuto in tempo l’allerta che avrebbe potuto salvare tante vite. E nel frattempo, il bilancio delle vittime si fissa a 217 morti con almeno 120mila sfollati che non possono fare ritorno alle loro abitazioni.