I dati sull’igiene dentale fanno davvero impressione, gli italiani vanno sempre meno dal dentista, ecco perché.
I costi elevati delle cure dentistiche pesano come un macigno sulle finanze delle famiglie italiane. Secondo un’indagine condotta da Altroconsumo, il 20% dei cittadini ha rinunciato o rimandato trattamenti dentistici nell’ultimo biennio. Questi dati evidenziano una crescente preoccupazione riguardo all’accessibilità delle cure odontoiatriche nel nostro Paese. La ricerca ha coinvolto più di 1.000 persone, svelando le sfide economiche e le conseguenze sulla salute orale derivanti dal non poter accedere a controlli regolari.
Un sondaggio recente ha rivelato che l’Italia spende mediamente oltre 8 miliardi di euro all’anno per le cure dentistiche. Questa cifra è segno di una realtà che mette in luce quanto i costi per le cure dentistiche siano gravosi, soprattutto per le famiglie con risorse più limitate. Infatti, più di un cittadino su cinque ha dichiarato di aver rinviato o cancellato visite di controllo. È utile far notare che il 24% dei partecipanti ha anche osservato un peggioramento della propria salute dentale a causa della mancata cura.
Naturalmente, l’indagine ha anche mostrato che il 67% degli intervistati si reca dal dentista almeno una volta all’anno. La parte restante, quindi, quella che rappresenta circa tre persone su dieci, effettua visite molto più sporadiche. I motivi? Circa il 48% degli intervistati ha risposto che non può permettersi il costo, mentre il 35% non ritiene necessarie le visite e un 18% ha citato motivi di paura legati al trattamento dentistico. Anche tra coloro che possiedono un’assicurazione, c’è un dato interessante: il 15% non visita il dentista regolarmente nonostante la copertura.
Assicurazioni: cosa non funziona?
Un altro aspetto cruciale emerso dall’indagine riguarda la soddisfazione degli italiani rispetto alla copertura offerta dalle assicurazioni dentistiche. Stando ai dati, il 30% degli intervistati ha manifestato insoddisfazione riguardo ai rimborsi. Le ragioni possono essere moderne e diverse. Innanzitutto, il 44% è infastidito dall’importo della franchigia, mentre il 40% ha lamentele sui premi annuali e sull’aumento di questi ultimi. Si segnala inoltre che il 33% è infastidito dai limiti sui rimborsi, con il 31% che lamenta tempistiche eccessive per riceverli.
Quasi la metà delle persone con polizze assicurative ha riportato di ricevere rimborsi parziali, e solo il 29% ha ottenuto il rimborso totale. Le parole di Altroconsumo sono illuminanti: “La copertura è poca e spesso obbliga i pazienti a rivolgersi a dentisti convenzionati.” Infatti, gli italiani tendono a voler affidarsi a professionisti di fiducia, rimanendo spesso privi di copertura o costretti a sostenere una franchigia più alta.
La prevenzione: una priorità dimenticata
Nonostante le evidenze sui rischi dell’igiene orale trascurata, molti italiani non mostrano di avere sufficiente consapevolezza sull’importanza della salute dentale. Nell’indagine di Altroconsumo, è emerso un dato preoccupante: il 56% non utilizza il filo interdentale, e il 73% non si affida allo scovolino per prevenire problematiche legate all’accumulo di placca. Un punto cruciale è che quasi la metà della popolazione non considera rilevante l’uso di dentifrici con fluoro, cercando di ignorare i deliri della carie.
Infatti, ben il 72% degli italiani è ancora schiavo dello spazzolino manuale, mentre il 46% ha iniziato a provare quelli elettrici, la tendenza è quindi in via di crescita. Le raccomandazioni sono sempre uguali e riflettono la saggezza dell’igiene dentale: lavare i denti almeno due volte al giorno, per almeno 3 minuti, utilizzando anche il filo interdentale e lo scovolino.
Altroconsumo esprime preoccupazioni in merito alla mancanza di investimenti necessari nel settore pubblico, sottolineando che nell’anno 2023 oltre 4 milioni di cittadini hanno rinunciato alle cure odontoiatriche. È un indicativo della crisi che attraversa la sanità in Italia, soprattutto per quanto riguarda il personale e le risorse disponibili. La spesa sanitaria pubblica è attualmente al 6,2% del PIL, sotto la media europea del 6,8%. Il messaggio è chiaro: migliorare l’accesso alle cure dentistiche è diventata un’urgenza imperativa.