Signorini critica i giovini cantanti del festival di sanremo: “Addominali distraenti per le canzoni”

Alfonso Signorini critica il Festival di Sanremo 2025, evidenziando la spettacolarizzazione delle performance musicali e la resilienza di Marcella Bella nonostante l’ultimo posto in classifica.

Alfonso Signorini ha sollevato un polverone mediatico nel suo ultimo articolo per il magazine Chi, in cui affronta con sarcasmo l’andamento del Festival di Sanremo 2025, condotto da Carlo Conti. Con uno stile pungente, il noto giornalista ha messo in evidenza come quest’edizione ci abbia offerto una spettacolarizzazione delle performance musicali, in particolare per quanto riguarda l’aspetto fisico di alcuni artisti. “Quest’anno, più che un festival musicale, sembrava un casting di Baywatch”, ha commentato Signorini, suggerendo che, quando una canzone non riesce a colpire il pubblico, si ricorre a metodi alternativi per catturare l’attenzione, come nel caso di esibizioni focalizzate sugli addominali splendidamente scolpiti di alcuni cantanti.

Addominali e distrazione: il commento di Signorini

Signorini non ha menzionato nomi specifici, ma ha fatto riferimento ai due artisti che hanno messo in mostra muscoli e fisico durante le loro performance, Rkomi e Tony Effe. Secondo il conduttore del Grande Fratello, l’esibizione di questi artisti sarebbe un tentativo di deviare l’attenzione dalla qualità musicale delle loro canzoni, che, a suo avviso, non avrebbero colpito come ci si aspettava. “Il solito vecchio trucco della distrazione di massa”, ha continuato Signorini, ipotizzando che, in vista delle future edizioni del festival, ci si possa aspettare ulteriori strategie sorprendenti per attirare il pubblico. Questo tipo di commento riflette le tendenze attuali, in cui l’immagine gioca un ruolo cruciale nell’industria musicale, spesso a scapito della sostanza e della qualità artistica.

Il caso di Marcella Bella

Oltre alle sue osservazioni sugli addominali, Signorini ha dedicato parte del suo articolo a Marcella Bella, cantante che ha conquistato il palco di Sanremo ma si è vista assegnare l’ultimo posto in classifica. Il giornalista ha espresso solidarietà nei suoi confronti, sostenendo che “essere ultimi è una cosa che nessuno augura a nessuno”, e sottolineando che la società tende a celebrare il primo posto, ritenendolo il solo degno di attenzione e premi. Tuttavia, Signorini ha anche messo in luce la bellezza di arrivare ultimi: “Capita di chiamarsi Marcella Bella, avere una carriera lunga e significativa e cantare con un talento straordinario, ma arrivare comunque ultima a Sanremo”.

I suoi pensieri sono rivolti a far capire che esiste un valore intrinseco nella sconfitta, e che nel corso della storia si ricordano più facilmente coloro che hanno chiuso in fondo alla classifica rispetto a quelli che si sono piazzati in posizioni intermedie. “È il fascino della sconfitta epica, dell’Underdog che diventa una leggenda”, afferma Signorini, suggerendo che anche la sconfitta può tramutarsi in un’esperienza significativa e memorabile. La riflessione si conclude con un richiamo al noto esempio di Vasco Rossi, che si piazzò penultimo a Sanremo nel 1983 con il suo celebre brano “Vita Spericolata”, a dimostrazione che il percorso artistico è diverso per ciascun artista, e che l’importanza sta nella storia da raccontare.

La resilienza di Marcella Bella

Nonostante il deludente piazzamento, Marcella Bella non è da sottovalutare. La sua canzone “Pelle Diamante” ha riscosso un notevole successo tra il pubblico delle cinquantenni, diventando particolarmente popolare anche su TikTok con una versione a portafoglio. Questo dimostra come la carriera di una cantante non si misuri soltanto attraverso una posizione in classifica, soprattutto in eventi come Sanremo dove, accanto ai riconoscimenti, c’è anche spazio per le emozioni e le storie di vita degli artisti. Marcella Bella, con il suo bagaglio di esperienza e la sua voce inconfondibile, ha saputo trovare un nuovo modo di connettersi con il suo pubblico, dimostrando così che la musica può continuare a parlare anche attraverso i momenti di difficoltà.

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