Con l’annuncio del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, si apre un nuovo capitolo nella gestione della mobilità cittadina. A partire da questo periodo, le tariffe per l’utilizzo dei mezzi pubblici subiranno un significativo incremento, un’azione che si inserisce in un contesto già critico per quanto riguarda i trasporti nella città. La decisione ha sollevato non poche polemiche tra i cittadini, già provati dai disagi dovuti ai lavori del tram, ormai fonte di ritardi e incertezze nel servizio.
Le nuove tariffe dei mezzi pubblici bolognesi evidenziano un aumento sostanziale dei costi per i viaggiatori. La corsa singola, infatti, passa da 1,50 a 2,30 euro, segnando un incremento del 53,3%, mentre il biglietto giornaliero subirà un aumento del 50%, da 6 a 9 euro. Anche il City Pass, utilizzato da coloro che necessitano di mezzi per periodi prolungati, vedrà il suo prezzo passare da 14 a 19 euro .
Contrariamente a quanto accade per i biglietti singoli e giornalieri, gli abbonamenti subiranno variazioni più limitate, in un tentativo di quelli dell’Amministrazione Comunale di concentrare gli aumenti su chi utilizza più sporadicamente i mezzi pubblici. È chiaro, tuttavia, che queste modifiche genereranno una maggiore pressione economica per i pendolari e per chi quotidianamente conta sui bus per il proprio spostamento.
L’innalzamento delle tariffe avviene proprio durante una fase critica per la mobilità degli abitanti di Bologna. I cantieri attivi per la costruzione della rete del tram hanno già causato numerosi disagi alla circolazione pubblica, complicando ulteriormente le giornate di chi si muove in città. Gli utenti si sono mostrati preoccupati, non solo per l’aumento dei costi, ma anche per la qualità del servizio, a fronte di un’accresciuta difficoltà nel rispettare i tempi di viaggio.
Questa “stangata” non è una novità per i bolognesi. Negli ultimi quindici anni, il costo del biglietto del bus è aumentato con una progressione di dieci centesimi ogni anno, portando l’incremento totale a un impressionante 150%. Questo a fronte di un incremento dell’indice dei prezzi al consumo in Italia, che si attesta attorno al 30%, evidenziando come i rincari sui trasporti pubblici abbiano superato di gran lunga l’andamento generale del mercato.
La questione dei rincari dei biglietti non è affatto nuova. I primi passi verso aumenti significativi furono mossi dall’allora commissaria prefettizia di Bologna, Annamaria Cancellieri, che nel 2012 portò il prezzo della corsa singola da 1 euro a 1,20 euro. I suoi successori, incluso il sindaco Virginio Merola, hanno continuato a apportare modifiche al costo dei biglietti, fino ad arrivare all’importante aumento attuale.
Questa nuova manovra sulla mobilità non coinvolge solo i mezzi pubblici. Per incentivare l’uso del trasporto locale, infatti, ci saranno anche innalzamenti delle tariffe per i parcheggi. Gli abbonamenti mensili aumenteranno del 50%, e la tariffa per la sosta oraria passerà rispettivamente da 1,20 a 1,80 euro nelle zone semiperiferiche e da 2,40 a 3,90 euro all’interno della Cerchia del Mille.
Da rilevare è che anche le auto ibride, fino ad ora esentate dal pagamento, saranno soggette a tariffe di sosta, mentre le auto elettriche continueranno a beneficiare della sosta gratuita ovunque. Questa scelta fa parte di un progetto più ampio di mobilità sostenibile, ma la probabilità che i cittadini comprendano e accettino questi cambiamenti è tutta da vedere.
Le attese ora sono alte: i bolognesi auspicherebbero chiarimenti e rassicurazioni sul miglioramento del servizio pubblico affinché tali aumenti possano giustificarsi, altrimenti si prospetta un’ulteriore tensione tra amministrazione e cittadini, già in fermento per le problematiche attinenti alla mobilità.
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