Chiusura delle indagini sull’omicidio del sindaco di Pollica: otto indagati coinvolti

Otto persone, tra cui un colonnello dei carabinieri, sono indagate per l’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso nel 2010 per la sua lotta contro il traffico di droga.

Le indagini relative all’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica Acciaroli, si sono concluse con la notifica di avviso di garanzia a otto persone. Il caso, che ha colpito l’opinione pubblica, riporta alla luce il contesto di illegalità legato al traffico di droga nel comune del Cilento. Vassallo, noto per il suo impegno contro il malaffare, fu ucciso nell’anno 2010, e ora gli inquirenti ritengono di aver trovato i principali responsabili.

Gli indagati principali e le loro posizioni

Tra gli indagati emerge il nome del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. La sua posizione suscita clamore, poiché rappresenta un caso singolare di coinvolgimento di una figura istituzionale nelle indagini. Lo affiancano nell’inchiesta altri tre nomi noti: l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e Romolo Ridosso, un ex collaboratore di giustizia.

Ma la lista degli indagati non si ferma qui. Infatti, l’avviso di conclusione delle indagini ha raggiunto anche altri imprenditori, tra cui Giovanni e Domenico Palladino e Federico Palladino, oltre a Giovanni Cafiero. Questo gruppo eterogeneo di sospetti riflette la complessità dei rapporti e delle dinamiche criminali che hanno caratterizzato la zona nel periodo precedente all’omicidio.

Le contestazioni ai danni di questi individui sono ancora in fase di approfondimento, ma il quadro che si delinea lascia presagire un’infiltrazione di legami tra il mondo istituzionale e quello imprenditoriale, spesso collegato a problematiche legate alla droga.

Il contesto del delitto e le motivazioni

Il sindaco Angelo Vassallo era ben noto per il suo impegno nella lotta contro il traffico di droga, un fenomeno che, a partire dal 2010, ha iniziato a proliferare nel territorio di Pollica. Secondo quanto emerso dalle indagini, il suo spirito combattivo e le sue denunce contro il malaffare gli avrebbero messo a repentaglio la vita.

Le autorità sostengono che l’omicidio sia avvenuto come una reazione della criminalità organizzata alle azioni intraprese da Vassallo. Le sue posizioni ferme contro le attività illecite avrebbero attirato l’attenzione e la rappresaglia da parte di chi si sentiva minacciato dalla sua determinazione. Il fatto che un rappresentante di un’amministrazione locale potesse mettere in discussione sistematicamente loschi affari ha scatenato una reazione che, nei casi simili, ha portato spesso a esiti tragici.

Il passo successivo nell’inchiesta

La chiusura delle indagini rappresenta un passo significativo verso giustizia per la comunità di Pollica e per i familiari di Angelo Vassallo. Gli avvisi di conclusione indagine, a firma dei sostituti procuratori di Salerno, Elena Guarino e Maria Mafalda Cioncada, con la supervisione del procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale e del procuratore Giuseppe Borrelli, sono ora il preludio a una possibile richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati.

Le difese sono già state assicurate da diversi avvocati, tra cui Ilaria Criscuolo per il colonnello Cagnazzo, Giovanni Annunziata per Giuseppe Cipriano e Giuseppe Stellato per Lazzaro Cioffi. La presenza di questi legali sottolinea la serietà delle accuse e la determinazione di contrastare le risultanze delle indagini. La comunità si aspetta ora una svolta decisiva che possa fare luce su una storia che ha scosso un territorio, auspicando una risposta forte e chiara contro la criminalità.

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