Alla fine la scuola ha deciso di farlo. Il film andrà in onda, nonostante le polemiche.
Il recente dibattito sul film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” ha scosso la scuola media ‘Serena’ di Treviso, mettendo in luce dinamiche di coinvolgimento tra educatori e famiglie. Martedì prossimo gli studenti avranno finalmente l’opportunità di assistere alla proiezione, simbolo di una scuola che affronta temi delicati come il bullismo attraverso il cinema.
La proposta di portare i 157 studenti della scuola media ‘Serena’ al cinema per vedere “Il ragazzo dai pantaloni rosa” è cominciata durante un consiglio di classe. Qui i docenti, convinti dell’importanza del tema trattato dal film, hanno discusso della possibilità di inserire tale attività in un progetto più ampio. L’intento è chiaro: sensibilizzare i ragazzi su un argomento di grande attualità come il bullismo. Durante la discussione, i professori hanno anche informato i genitori riguardo ai costi, stabiliti in 4 euro per la visione e 5 euro per il trasporto. Questo approccio educativo ha suscitato, però, alcune polemiche che hanno richiesto maggiore chiarezza. La questione non è solo di natura economica, ma tocca anche la sensibilità genitoriale.
Dopo che i docenti hanno visionato il film, la dirigente scolastica Anna Durigon ha spiegato che inizialmente si era pensato di posticipare la proiezione. La decisione è stata descritta come un “eccesso di zelo e prudenza”. A quanto pare, la scelta di rinviare la proiezione è stata influenzata dalle preoccupazioni espresse dai genitori riguardo a contenuti e messaggi del film. Le famiglie, infatti, avevano chiesto delucidazioni sui temi affrontati e sul fatto che i docenti stessi avessero già visto la pellicola. “È stata un’idea di fare un passaggio preventivo”, ha spiegato la preside, il che lascia trasparire un tentativo di coinvolgere i genitori in un dialogo aperto e trasparente.
La dirigente ha inoltre precisato che non c’è mai stata l’intenzione di annullare completamente l’uscita al cinema, ma solo quella di garantire che i genitori e gli insegnanti fossero completamente soddisfatti della scelta. “Forse c’è stata una sorta di malinteso con i referenti del cinema”, ha aggiunto Durigon. In effetti, la condivisione delle intenzioni e la comunicazione aperta sono ingredienti essenziali per creare un clima di fiducia tra scuola e famiglie. A tal proposito, è interessante notare come i genitori, nonostante le iniziali perplessità, abbiano manifestato la loro fiducia nel operato della scuola chiedendo ai docenti stessi di valutare il progetto didattico attorno al quale ruota la proiezione.
Anche il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha voluto esprimere la sua opinione sul tema, criticando le ansie sollevate da alcuni genitori. La sua posizione evidenzia come la questione non riguardi solo la comunità scolastica, ma si estenda a un dibattito più ampio che tocca la società e le sue paure. La sua critica è un invito a riflettere su come le istituzioni possono affrontare le problematiche delicate come il bullismo e il rispetto delle differenze. L’attenzione rivolta a questi temi è un elemento fondamentale per la crescita e la maturazione di una generazione giovane, che ha bisogno di strumenti adeguati per affrontare le sfide della vita.
In sostanza, la scuola media ‘Serena’ non solo proietterà un film, ma inaugura un percorso educativo volto a creare maggiore consapevolezza tra gli studenti e a formarli come cittadini del domani.
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