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Il remake di Biancaneve senza i sette nani conquista il botteghino, ma è criticato come «woke, freddo e insensato»

Durante la produzione del live action di Biancaneve, avvenuta tra il 2021 e il 2025, sono emersi diversi interrogativi riguardo le modifiche apportate rispetto alla fiaba originale. Nonostante le polemiche, il film ha riscosso un notevole successo, incassando 87 milioni di dollari contro un budget di 270 milioni. A dispetto delle critiche, Biancaneve si è affermato come il film più visto nei cinema del Nord America e in Italia. Nel weekend di debutto, ha generato oltre 80 milioni di dollari, rendendolo la scelta predominante tra le pellicole in programmazione. La maggior parte degli incassi proviene da tre Paesi: Canada, Stati Uniti e Messico. Secondo quanto riportato dalla Bbc, i risultati non rappresentano un flop, ma risultano comunque inferiori alle aspettative per un film con un costo di produzione così elevato, il quale ha richiesto quattro anni di lavoro.

Le controversie sul film

Le controversie riguardanti il film sono emerse fin dall’inizio della sua lavorazione. Diverse scelte creative sono state criticate come tentativi di conformarsi a quella che viene definita la cultura woke, un termine che indica l’attenzione verso le disuguaglianze sociali, incluse la discriminazione razziale, il sessismo e l’abilismo, oltre alla negazione dei diritti della comunità LGBTQ.

Che fine hanno fatto i sette nani?

Una delle critiche più rilevanti ha riguardato la decisione di scegliere l’attrice colombiana Rachel Zegler come protagonista. La sua fisionomia si discosta notevolmente da quella della Biancaneve descritta nei racconti dei fratelli Grimm, caratterizzata da pelle bianca e guance rosse. Inoltre, hanno suscitato reazioni negative i commenti pro-palestinesi di Zegler e le posizioni pro-Israele espresse dall’attrice israeliana Gal Gadot, che interpreta la Regina Cattiva. Un altro punto controverso è stata l’assenza dei sette nani dal titolo e dalla trama del film.

Infatti, nel corso della pellicola, non vi è alcun riferimento ai nani, i quali sono stati trasformati in creature magiche create tramite computer grafica che assistono la protagonista. Questa scelta è stata considerata da molti come una perdita di opportunità per dare visibilità a veri attori affetti da nanismo. Anche il ruolo del principe ha subito una trasformazione: da salvatore di Biancaneve, la sua presenza è diventata marginale, mentre la protagonista riesce a sconfiggere la Regina Cattiva quasi autonomamente.

Il nome Biancaneve e il colore della pelle

Durante la lavorazione del film, Zegler ha rivelato che nel remake il nome della principessa deriva da una tempesta di neve a cui è sopravvissuta da bambina. La protagonista ha ricevuto critiche per aver definito il film d’animazione Disney del 1937 “datato”, esprimendo il suo giudizio durante un’intervista sul red carpet con Extra TV nel 2022. «C’è una grande attenzione sulla sua storia d’amore con un ragazzo che letteralmente la perseguita. Strano. Quindi non l’abbiamo fatto questa volta», ha dichiarato.

Nonostante le critiche, Disney ha deciso di non cedere alla retorica anti-woke avanzata da Donald Trump. Ulteriori critiche, espresse sul noto sito Rotten Tomatoes, si sono concentrate su aspetti tecnici come la computer grafica, la musica e la trama, considerata piatta e priva di emozioni. Tuttavia, ci sono anche critici che lodano il film, paragonandolo a classici Disney come La Bella e la Bestia, dimostrando che le opinioni sul live action di Biancaneve sono ampiamente variegate.

Gianni Di Napoli

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