Una missione umanitaria che ha avuto un impatto significativo, curando oltre 170 pazienti in Uganda. Tra questi, il 40% erano bambini di età compresa tra i due e i sei anni. Con 56 interventi eseguiti in anestesia locale e 48 in anestesia generale, l’iniziativa ha assunto particolare rilevanza soprattutto per le medicazioni di gravi ustionati. Cute Project, un’organizzazione no profit fondata nel 2012, ha come obiettivo primario quello di fornire cure gratuite alle popolazioni di paesi africani dove l’accesso alla sanità è limitato e di formare personale medico locale, con un focus specifico sulla chirurgia plastica ricostruttiva.
La missione dei medici italiani a Fort Portal
Recentemente, un gruppo di chirurghi, anestesisti e infermieri italiani ha concluso un’importante missione a Fort Portal, cittadina situata ai confini tra Uganda, Ruanda e Congo. L’equipe di Cute Project, presieduta dal chirurgo plastico Daniele Bollero, ha messo in campo le proprie competenze per tentare di migliorare le condizioni di salute dei pazienti che si sono rivolti all’ospedale locale.
Il dottor Fabrizio Melfa, medico palermitano presente nella missione, ha descritto l’esperienza come una vera opportunità di cambiamento. “Quando riesci a dare una nuova vita a queste persone è un’emozione indescrivibile – ha affermato –, stessa cosa quando vedi che solo un intervento chirurgico può migliorare le loro condizioni di vita.” La situazione sanitaria in Uganda, come in molte altre regioni africane, è complessa. Qui la medicina estetica è quasi inesistente e la chirurgia si concentra su esigenze funzionali per ripristinare capacità motorie e una vita normale.
Storie di vita cambiate: il caso di Colline
Fra i numerosi casi trattati, spicca quello di Colline, un ragazzo di 12 anni. Colline soffriva di una cicatrice adesiva che gli impediva di muovere la spalla, risultato di un’ustione subita a sei anni in un incendio che ha devastato la sua casa prendendo la vita ai suoi genitori. Grazie all’intervento dell’equipe italiana, Colline ha riacquistato la funzionalità del braccio e recentemente è tornato a visitare i medici per mostrare i progressi fatti. “La sua storia è la dimostrazione tangibile dell’importanza della nostra missione – ha commentato Melfa – ogni paziente merita un’opportunità di riscatto e alcune di queste storie giustificano il nostro operato.”
L’importanza dell’approvvigionamento di materiali sanitari
Oltre a fornire interventi chirurgici, la missione di Cute Project ha anche incluso il rafforzamento delle strutture sanitarie locali. L’equipe ha portato con sé tutto il materiale sanitario necessario per le operazioni, gran parte del quale è stato lasciato all’ospedale locale per garantire un supporto continuo ai pazienti operati. L’obbiettivo, come spiegato dai volontari, non è solo quello di curare nel breve termine, ma anche quello di creare un effetto duraturo nel tempo, migliorando la capacità degli ospedali locali di gestire i casi futuri.
Le esperienze di Cute Project in Uganda dimostrano la necessità di un approccio umanitario che unisce competenza professionale e solidarietà, contribuendo a migliorare la vita di chi vive in condizioni di grande difficoltà.