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Oblio oncologico, cos’è e come funziona?

Diventa importante essere informati sulla salute per lavorare alla prevenzione, ma sapete cos’è l’oblio oncologico? Andiamo a scoprirlo insieme.

Sicuramente in campo di oncologia abbiamo fatto dei grandi passi in avanti, la ricerca è riuscita a salvare molte vite, permettendo a diverse persone di uscire da situazioni molto complicate che in passato venivano lette con più difficoltà.

Nel 2023, secondo la Fondazione Umberto Veronesi, sono ben 395mila le nuove diagnosi di cancro con 208mila negli uomini e 198mila tra le donne. Si segnala però che negli ultimi 13 anni, grazie alle terapie avanguardistiche e alle diagnosi precoci, si è arrivati a evitare oltre 268mila decessi.

Una malattia che non abbiamo più paura di chiamare col suo nome e che sappiamo si può combattere con armi importanti, anche se purtroppo genera ancora molta sofferenza e in diversi casi la morte. Oggi però ci occupiamo di un particolare molto importante di cui si parla molto poco e che invece andrebbe rivisto per essere compreso. Ci riferiamo, come detto, a quello che viene chiamato “oblio oncologico”.

Oblio oncologico, di cosa si tratta?

L’oblio oncologico prevede dieci anni dalla fine del trattamento, ma per alcuni casi si applicano dei termini inferiori. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un decreto direttamente dal Ministero della Salute.

Qui arriva una tabella nella quale troviamo delle neoplasie per le quali il termine si riduce rispetto al limite dei 10 o 5 anni se la diagnosi è precedente al 21esimo anno di età, dall’ultimo intervento chirurgico o dalla fine del trattamento. In alcuni casi, poi, addirittura, i tempi si riducono ulteriormente ad appena un anno dalla fine delle cure stesse.

Tumore e oblio (Bajo.it)

Per diritto all’oblio oncologico, approfondendo l’argomento, si intende quello che è il diritto delle persone guarite da un tumore di non fornire informazioni né subire delle indagini in merito a questa patologia. La legge era stata precedentemente introdotta alla fine del 2023 su precisa richiesta delle associazioni che da tempo lottavano contro le discriminazioni nei confronti di chi aveva avuto un tumore e si trovava a veder rifiutati mutui in banca o anche ad aver problemi se si adottava un bambino.

Insomma si tratta di una possibilità importante per chi è stato colpito da un tumore e nonostante essere guarito si trova a dover affrontare dei problemi non di facile gestione nella vita di tutti i giorni, venendo fortemente discriminato. Vediamo se questa situazione porterà i risultati che tutti sperano e si aspettano come è giusto che sia.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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