Un nuovo capitolo si aggiunge al drammatico caso dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso a Rozzano in un episodio che ha scosso la comunità. Daniele Rezza, il ventenne reo confesso della coltellata mortale inferta per rubargli un paio di cuffie, è attualmente oggetto di indagine anche per un’aggressione avvenuta alcuni mesi prima, a fine giugno. Questo incidente risale a un episodio inquietante in cui Rezza, armato di un coltello da cucina, ha colpito un ragazzo di 17 anni al torace, ferendolo solo superficialmente. Tuttavia, la gravità della situazione ha sollevato interrogativi sull’annosa questione della violenza giovanile e del senso di insicurezza nelle strade di Rozzano.
Aggressione precedente: un episodio dimenticato
La vicenda legata all’aggressione risalente a giugno è emersa durante le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, avviate in seguito all’omicidio di Manuel Mastrapasqua. La sorella della vittima, scossa dalla perdita del fratello, ha appreso da amici dell’incidente avvenuto pochi mesi prima e ha deciso di segnalare la questione alle autorità. La testimonianza di questa giovane donna si è rivelata fondamentale per la ricostruzione di quanto accaduto e ha portato a un’interrogazione del ragazzo aggredito.
Il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato da Rezza su un tram durante una lite notturna, che si è poi spostata in strada. Raccontando l’accaduto, il ragazzo ha affermato di essere stato colpito con un coltello a lama seghettata, fortunatamente senza conseguenze gravi. L’episodio non è stato denunciato all’epoca, evidenziando una nuova dimensione del problema, in cui la paura e la rassegnazione portano le vittime a non segnalare violenze subite.
Dettagli dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua
L’omicidio di Manuel Mastrapasqua si è verificato nella notte tra il 10 e l’11 ottobre, quando Rezza ha colpito la vittima al petto con un coltellata per rubare un paio di cuffie. Questo tragico evento ha scatenato un’ondata di indignazione tra i residenti, lasciando un segno profondo nella comunità che si interroga sulle cause e le conseguenze della violenza giovanile.
Rezza, che si trova attualmente davanti alla giustizia per omicidio volontario aggravato, dovrà affrontare le sue azioni in un processo che avrà inizio il 14 aprile prossimo. Le testimonianze stanno gettando luce sulla personalità di Rezza e sulla sua predisposizione alla violenza. La sorella di Mastrapasqua, infatti, ha confermato che Rezza avrebbe tentato di colpirla prima con un coltello, un gesto reso ancor più inquietante dai precedenti incidenti a cui evidentemente aveva preso parte.
La chiusura delle indagini e le prospettive processuali
Le recenti scoperte nell’indagine sulla precedente aggressione hanno portato a una nuova serie di accuse nei confronti di Rezza. Attualmente è accusato di lesioni aggravate dall’uso dell’arma e di porto del coltello, in aggiunta all’imputazione di omicidio. L’inchiesta, coordinata dalla pm Letizia Mocciato, continua a raccogliere elementi utili a chiarire la dinamica dei fatti e le motivazioni alla base di tali atti di violenza.
Oltre alla gravità delle azioni di Rezza, ciò che emerge è un tema più ampio: la necessità di affrontare il problema della violenza giovanile in contesti urbani come Rozzano, dove episodi del genere possono avere ripercussioni a lungo termine sulla società. L’importanza del supporto alle vittime e delle strategie di prevenzione risalta in modo drammatico in situazioni simili, richiedendo un’attenzione costante da parte della comunità e delle autorità.
Rimane quindi da vedere come si svilupperà il processo di Rezza e quali conseguenze avrà sulla comunità, già profondamente scossa dalla morte di Manuel Mastrapasqua e dalla violenza che lo ha circondato.
