Piero Chiambretti ha voluto commentare il momento della Rai, consapevole della grande difficoltà che sta attraversando la tv di Stato.
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Piero però è tornato protagonista proprio sulla Rai col programma Donne sull’orlo di una crisi di nervi, 22 anni l’ultima volta. In un’intervista a Leggo ha specificato: “Rientrare nella famiglia della Rai mi ha dato un effetto stimolante, nostalgico, si torna dove si era giovani e si cerca di dare un contributo. È un momento di caos, ma mi fa piacere stare in questo caos”.
E aggiunge: “È un po’ una Rai sull’orlo di una crisi di nervi, ma chi è che non lo è, oggi? Probabilmente un po’ tutti, la precarietà galoppante che c’è nel mondo ci prospetta un futuro da film catastrofico americano, perché la vera paura dell’essere umano è l’ignoto”.
Quando gli chiedono perché un programma sulle donne specifica: “Perché le donne secondo me sono le colonne della società, perché sono più sveglie degli uomini e c’è curiosità nei loro confronti. Ma il titolo che ovviamente prende spunto da un film iconico di Pedro Almodovar, non vuol dire che si debba parlare solo di donne che hanno una nevrosi. Anche se non posso parlare di politica, perché siamo in par condicio, ci sarà molta attualità. Si tratta di un programma visionario, distonico, fuori dakl comune, in onda ora per cinque puntate, poi altre sei da ottobre e le ultime otto da gennaio“.
Piero Chiambretti è decisamente felice di essere tornato in Rai, per avere l’opportunità di restituire a chi gli ha dato tanto durante l’arco della sua carriera soprattutto nel momento del lancio professionale.
Non si ferma qui per la Rai e spiega: “Nel 2025 farò un altro programma, dal lunedì al venerdì in access prime time, per venti minuti. Si intitolerà “Finché la barca va”, saranno 25 puntate a maggio e 25 a settembre, i due periodi in cui il Tevere è navigabile: a bordo di una barca affronteremo la realtà circostante con riferimenti alla politica del nostro paese“.
E su Sanremo conclude: “Io ne ho fatti tre, con Pippo Baudo, Raffaella Carrà e Mike Bongiorno, può bastare. Credo che sul Festival di Sanremo si stia facendo un grande rumore per nulla. È vero che è il punto d’arrivo per alcuni e quello di partenza per altri, ma non è operare a cuore aperto”.
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