Processo a Chiara Ferragni e Soci: I Dettagli Svelati Durante le Indagini su Truffa e Beneficenza

L’indagine su Chiara Ferragni e Balocco rivela dettagli controversi sulla gestione di una campagna promozionale benefica, sollevando interrogativi sulla responsabilità e le comunicazioni tra i team coinvolti.

Nel contesto dell’indagine per truffa che coinvolge Chiara Ferragni e altri tre coimputati, emergono nuovi dettagli dall’interrogatorio degli inquirenti. Gli accertamenti, condotti dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, mettono in luce la gestione di una campagna promozionale legata alla beneficenza, che ha sollevato interrogativi significativi sul contratto stipulato con l’azienda Balocco.

I contratti e la beneficenza: una proposta controversia

Durante l’interrogatorio, un’impiegata del marketing di Balocco ha rivelato che, in fase di trattativa, è emersa la proposta di includere un’iniziativa di beneficenza da parte del team Ferragni. La testimone non ha potuto confermare la presenza di una clausola specifica relativa alla beneficenza nel contratto, sottolineando però che si trattava di una cifra fissa non legata alle vendite dei prodotti. Questo chiarisce che non era stato stabilito un target numerico di vendita, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare in simili operazioni commerciali.

In effetti, la testimone ha precisato che la beneficenza era interamente a carico di Balocco. Dunque, qualora il consenso per l’iniziativa benefica fosse stato dato, spetta all’azienda la responsabilità dell’implementazione e non al team di Ferragni. Inoltre, ha sottolineato come tutte le risposte ai consumatori fossero gestite dal team Ferragni, il quale aveva adottato un linguaggio specifico di comunicazione comprendente frasi come “sosteniamo” o “sostengono”.

La reazione di Ceralitalia e i commenti dell’ex dipendente

Il caso ha suscitato reazioni anche tra le aziende coinvolte. Il responsabile marketing di Ceralitalia, società produttrice delle uova di Pasqua oggetto dell’indagine insieme ai pandori Balocco, ha spiegato di avere percepito una certa insistenza proveniente dal team Ferragni riguardo a una causa sociale. Questa dichiarazione ha accentuato le preoccupazioni legate all’origine della proposta benefica.

Un ex dipendente di una delle aziende collegate a Chiara Ferragni ha fornito ulteriori particolari, affermando che il profilo Instagram di Ferragni era gestito in modo tale che le pubblicazioni apparissero come post “diretti” della influencer stessa, sottolineando l’assenza di interazioni fisiche tra il team e la sua figura pubblica.

Le decisioni di comunicazione di Balocco

Ulteriori dettagli emersi dall’indagine riguardano le decisioni di comunicazione prese da Balocco. A un certo punto, l’azienda ha espresso la volontà di non pubblicare un post di Chiara Ferragni, situazione che ha portato a una discussione tra i membri del team di comunicazione di Fenice, società legata a Ferragni. La responsabile ha riportato di aver comunicato internamente il desiderio di bilanciare il messaggio inviato a Balocco.

La dinamica tra i due team ha rivelato tensioni e decisioni discordanti, con il commento di Fabio Damato che ha confermato l’intenzione di pubblicare il post nonostante la richiesta di astensione. Questo confronto mette in evidenza la complessità delle relazioni professionali tra le aziende coinvolte e la personalità di Ferragni, nonché la gestione delle comunicazioni relative alle campagne promozionali. La questione resta aperta e merita un’attenta osservazione da parte degli investigatori e dell’opinione pubblica.

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