CURIOSITÀ

Quanto guadagna un medico di base in Italia: la cifra inaspettata

Il lavoro di un medico di base in Italia: un’analisi del guadagno medio, le cifre generali dal medico di base a quello specializzato.

Il lavoro di un medico di base in Italia è un elemento essenziale del sistema sanitario nazionale. Tuttavia, il guadagno associato a questo ruolo spesso sorprende per la sua disparità rispetto alle aspettative comuni. In un contesto globale in cui i professionisti sanitari sono generalmente ben retribuiti, il salario di un medico di base in Italia non riflette completamente l’importanza e la responsabilità del loro lavoro. Questo articolo si propone di esplorare in dettaglio i fattori che influenzano il reddito di un medico di base, rivelando cifre che potrebbero risultare inaspettate.

Partendo da una panoramica generale, è importante sottolineare quanto i medici italiani siano pagati meno rispetto ai colleghi di altri Paesi membri dell’OCSE. Nonostante un rinnovo contrattuale nel triennio 2019-2021 che ha portato a un aumento in busta paga di circa 200-300 euro lordi, i medici in Italia percepiscono ancora stipendi significativamente inferiori rispetto, ad esempio, ai medici in Germania o negli Stati Uniti.

Questo fenomeno è evidenziato da un report dell’OCSE, che indica che un medico in Italia guadagna mediamente circa 102.000 euro all’anno, molto meno rispetto ai 175.000 euro dei colleghi tedeschi.

La retribuzione dei medici di base

Concentrandoci sui medici di base, la retribuzione dipende fortemente dal numero di pazienti assistiti. Un medico di base riceve un compenso per ogni assistito, con una variabile che parte da 70 euro lordi per paziente per chi ne ha meno di 500, scendendo a 35 euro lordi per assistito per chi supera questa soglia.

Le cifre possono variare molto – bajo.it

Questo sistema di calcolo implica che un medico con un numero elevato di pazienti può raggiungere un guadagno mensile lordo variabile tra i 3.500 e i 6.000 euro. Tuttavia, è importante considerare che questi importi sono lordi e che bisogna sottrarre le tasse e le spese operative.

Limiti di guadagno e fonti di reddito aggiuntive

Il numero massimo di assistiti che un medico può avere è fissato per legge a 1.500, il che pone un limite al reddito che possono generare esclusivamente attraverso i pazienti. Questo significa che per aumentare il proprio guadagno, molti medici di base cercano fonti di reddito aggiuntive. Queste possono includere la disponibilità a effettuare visite private, servizi notturni, e la realizzazione di certificati a pagamento.

Un altro aspetto che può influenzare il reddito è la scelta di lavorare in gruppo o in associazione con altri medici. Questa modalità permette di condividere i costi operativi e beneficiare dei finanziamenti previsti per le forme associate, migliorando così la sostenibilità economica del proprio studio.

Concorrenza e differenze salariali nel settore sanitario

A livello nazionale, la situazione economica dei medici di base è resa ancora più complessa dalla concorrenza con altri settori del sistema sanitario. I medici che lavorano in strutture ospedaliere private, ad esempio, spesso guadagnano meno rispetto ai colleghi del settore pubblico, con una differenza salariale che può arrivare fino al 30%. Tuttavia, lavorare nel privato può offrire la possibilità di ottenere incentivi per interventi e visite, che possono compensare in parte il minor salario base.

Gli specializzandi, ovvero i medici in formazione dopo la laurea, percepiscono uno stipendio che parte da circa 1.700 euro netti al mese nei primi due anni, con un lieve aumento negli anni successivi. Questo stipendio, sebbene basso rispetto alle responsabilità e all’impegno richiesti, rappresenta comunque un investimento nella propria carriera futura.

In sintesi, il guadagno di un medico di base in Italia è influenzato da molteplici fattori: il numero di pazienti, la struttura di lavoro, le opportunità di reddito extra, e la collaborazione con altri professionisti. Nonostante le sfide economiche, il ruolo dei medici di base rimane cruciale per la salute pubblica, e una riflessione continua sulla loro retribuzione è essenziale per garantire che possano svolgere il loro lavoro in modo efficace e sostenibile.

Ilaria Broglio

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