Spyware: il governo italiano smentisce accuse di spionaggio su attivisti e giornalisti

La Presidenza del Consiglio nega spionaggio su giornalisti e attivisti, mentre emergono casi di hacking con spyware Graphite. Politici chiedono chiarezza sulla sicurezza dei diritti individuali.

Diversi organi di stampa hanno riportato notizie riguardanti presunti episodi di spionaggio nei confronti di operatori dell’informazione e attivisti sociali, in particolare legati all’uso di spyware. La Presidenza del Consiglio ha rilasciato una dichiarazione in cui nega che i soggetti protetti dalla legge 3 agosto 2007, n. 124, compresi i giornalisti, siano stati controllati dai servizi di intelligence italiani. Queste affermazioni arrivano alla luce del caso collegato a Luca Casarini, capomissione dell’ong Mediterranea Saving Humans, e Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, entrambi colpiti dallo spyware Graphite, fornito dall’azienda israeliana Paragon.

Il contesto del caso Graphite

Luca Casarini è un attivista ben noto, impegnato da anni nel sociale e precedentemente leader del movimento no-global. Recentemente, è diventato il capomissione di Mediterranea Saving Humans, un’organizzazione non governativa attiva nel salvataggio dei migranti in difficoltà nelle acque del Mediterraneo. A seguito di recenti rivelazioni, anche lui è finito sotto attacco da parte di Graphite. Come Cancellato, ha ricevuto un messaggio da Meta, segnalando la compromissione del proprio dispositivo.

Casarini si è dichiarato incredulo riguardo al fatto che criminali come Almasri possano ricevere trattamenti di favore mentre attivisti e giornalisti subiscono hackeraggi. In risposta ai fatti, il capomissione dell’ong ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia formale, sottolineando l’importanza di chiarire i dettagli dell’operazione di spionaggio. Secondo fonti non ufficiali, circa novanta persone, gran parte delle quali appartenenti al mondo del giornalismo e dell’attivismo, sarebbero state nel mirino dello spyware, provenienti da almeno venti nazioni diverse.

Le responsabilità di Paragon e la reazione di Meta

Meta ha sospeso le attività dell’azienda Paragon a dicembre, informando gli utenti tramite i messaggi inviati. L’azienda era accusata di aver violato la sicurezza dei dispositivi di diverse persone, appropriandosi indebitamente dei loro dati. Questo porta a una riflessione sulle politiche adottate da quegli Stati che hanno acquistato il software, inclusi gli Stati Uniti. Paragon ha recentemente avviato trattative per vendere la sua attività a un fondo di private equity americano, ma ci sarebbero stati ostacoli nel completamento dell’accordo.

Affermazioni della società indicano che sono stati stipulati contratti con vari Stati, compresi “alleati”, senza escludere attivisti e giornalisti dal controllo. Le domande sorgono quindi circa il rispetto delle normative e la protezione dei diritti degli individui da questo tipo di cyber attacchi.

Le reazioni politiche e l’eco della vicenda nel dibattito pubblico

Il primo a sollevare la questione è stato Francesco Cancellato, pubblicando il messaggio ricevuto da Meta. Il contenuto avvertiva di possibili attacchi ai dispositivi tramite file dannosi, con accesso ai dati salvi. Cancellato ha invocato chiarezza al governo italiano riguardo alla legittimità dell’operato dei servizi segreti, interrogandosi se fossero a conoscenza di operazioni simili. Domande simili sono state espresse anche da Sandro Ruotolo, del Partito Democratico, che ha chiesto come il governo intenda tutelare i giornalisti da queste violazioni.

Marco Grimaldi, vice-presidente alla Camera, ha ammonito che ciò che è accaduto a Casarini e Mediterranea Saving Humans rappresenta una grave minaccia. Secondo lui, si mina la sicurezza di chi salva vite, mentre permangono interessi nell’affrontare crimini di tratta e violenze. La questione dello spyware ha suscitato un acceso dibattito, evidenziando la necessità di un controllo più severo sulle tecnologie di sorveglianza e sulle implicazioni etiche del loro uso in contesti di giornalismo e attivismo.

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