Perché i casi di violenza sessaule e revenge porn sono sempre più diffusi. Purtroppo sono eventi che accadono sempre più spesso.
Monica Guzzardi è una figura chiave nella lotta contro la violenza di genere a Palermo. A pochi mesi dal gravissimo caso di stupro di gruppo al Foro Italico, la sostituta procuratrice racconta come i giovani spesso non comprendano l’effettiva gravità dei loro atti. La sua esperienza è illuminante e mostra come un’educazione adeguata sia fondamentale per combattere questo fenomeno sempre più crescente.
Il fenomeno della violenza di genere ha registrato un incremento significativo negli ultimi anni a Palermo. Mai come in questo periodo, il numero di denunce è aumentato, e vi sono opinioni contrastanti su cosa possa aver innescato questa crescita. Monica Guzzardi, che opera nel dipartimento delle fasce deboli, evidenzia che si occupano di circa 4.000 casi di codice rosso ogni anno. Ma cosa si nasconde dietro questi numeri allarmanti? È difficile capire se ci sia un vero e proprio incremento delle violenze o se sia da attribuire a una maggiore sensibilizzazione delle vittime nel denunciare. Dal 2023, Guzzardi ha gestito circa 300 procedimenti, includendo maltrattamenti in famiglia, stalking e violenze sessuali. Le vittime in molte circostanze si rivelano essere prevalentemente donne, ma non esclusivamente. Le dinamiche complessive dell’educazione sociale influenzano la situazione a Palermo, rendendo necessari interventi adeguati.
Nella Procura di Palermo, l’organizzazione è pensata per rispondere con rapidità alle denunce. Il cosiddetto “turno codice rosso” significa che c’è sempre un magistrato dedicato all’analisi dei fascicoli aperti in tempo reale. Questo sistema consente di capitalizzare sull’urgenza della situazione, consentendo alle vittime di ricevere una prima audizione entro 72 ore dalla denuncia. Questo approccio organizzativo si è dimostrato efficace in situazioni critiche, dove il tempo è fondamentale per garantire la protezione delle vittime. Ciononostante, la difficoltà di far fronte all’enorme carico di lavoro rappresenta una sfida continua per il personale giudiziario. Ogni giorno centinaia di casi vengono gestiti, ma il processo legale può allungarsi, minando l’incolumità delle persone coinvolte.
La percezione giovanile della violenza e del revenge porn
Un ulteriore argomento di discussione riguarda il revenge porn, un fenomeno che ha preso piede, in parallelo con l’evoluzione dei social e dei mezzi digitali. La procura ha registrato un aumento di casi di questo tipo, dove i giovani notoriamente non comprendono appieno la gravità delle loro azioni. Spesso, tali episodi vengono minimizzati come semplici scherzi tra amici, mentre in realtà ciò che avviene è un crimine che causa un danno enorme alla vittima. I video tendono a diffondersi rapidamente sui social, creando un’ulteriore umiliazione. I giovani, spesso inconsapevoli, non considerano queste azioni come un reato. La consapevolezza dell’entità del reato è determinante, ed è qui che si rende necessaria una maggiore educazione.
Per fermare l’escalation dei reati di violenza, è fondamentale investire in un’educazione sentimentale e digitale che coinvolga tutti. Non solo i giovani, ma anche adulti che potrebbero non avere strumenti di comprensione riguardo alla dinamica della violenza. Le scuole, insieme alle associazioni antiviolenza, possono giocare un ruolo cruciale nel sensibilizzare ragazzi e ragazze riguardo la violenza di genere. Costruire un percorso di insegnamento che possa educare alla parità e all’indipendenza economica risulta essenziale per fornire strumenti e conoscenze fondamentali per garantire un futuro senza violenza. La consapevolezza deve iniziare presto, incorporando elementi di empatia e rispetto reciproco. La strada è lunga, ma ogni passo è significativo nella costruzione di una società più giusta.